Risoluzione adottata dal Congresso del PPE, St. Julian’s (Malta), 29 - 30 marzo 2017
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Tenendo conto che 1) dal 2011, la Libia è minata da instabilità, conflitti interni e settarismo; 2) che attualmente vi sono due autorità in lotta per il potere — da una parte, il Governo di accordo nazionale (GNA), con sede a Tripoli e riconosciuto dalla comunità internazionale; dall'altra il cosiddetto "governo" del Generale Khalifa Haftar, nell'est del paese — e 3) che l'ISIS/Daesh e altri gruppi estremisti hanno approfittato di questa confusione politica e della mancanza di un governo stabile e minacciano la pace e la sicurezza dell'intera regione;
Con la consapevolezza che la società libica è profondamente complessa in quanto è sempre stata organizzata secondo un sistema tribale che ha svolto costantemente un ruolo chiave nella vita politica ed economica del paese;
Osservando che, dopo la presenza e l'influenza esercitata in Siria, la Russia ha deciso nel gennaio 2017 di puntare alla Libia per espandere la propria area di influenza nel mondo arabo e nel Mediterraneo, in quanto, grazie alla posizione geografica, la Libia rappresenta per la Russia un avamposto nel Mediterraneo;
Osservando con profonda preoccupazione che a gennaio 2017, il Cremlino ha deciso di sostenere in modo esplicito, persino ostentato, il Generale Haftar, contrariamente alla comunità internazionale e all'ONU; e che è stato sottoscritto un accordo con il Generale Haftar relativo alla creazione di due basi militari russe a Tobruk e Bengasi;
Prevedendo che qualsiasi misura di questo tipo causerebbe soltanto ulteriore instabilità nel paese e nella regione, con conseguenze disastrose per l'Europa, in particolare in termini di sicurezza e migrazione e, in ultima analisi, anche per quanto concerne la situazione politico-economica;
Attenti alla posizione geopolitica strategica della Libia e alla sua vicinanza agli Stati membri dell'UE, in particolare l'Italia e Malta; e con particolare interesse alle basi militari progettate dalla Russia in Libia, che si aggiungono a quelle già esistenti nelle immediate vicinanze dell'UE - in particolare in Armenia, Bielorussia, Georgia, Moldavia, Ucraina e Siria - e rafforzano la presenza russa nella regione;
Osservando gli avvertimenti relativi alla crescita graduale del potere del Generale Haftar, che potrebbe tradursi in una guerra civile e in flussi maggiori di rifugiati dalla Libia, e considerando con preoccupazione gli stretti legami tra il Generale Haftar e le forze armate russe;
In merito al coinvolgimento russo in Siria, ivi compresi gli attacchi disumani ad Aleppo, in contrasto con le rivendicazioni russe di ricerca di una soluzione diplomatica alla guerra;
Osservando che argomentazioni analoghe da parte della Russia - in particolare l'esigenza di combattere il terrorismo internazionale - sono state utilizzate come fondamento logico per giustificare il coinvolgimento militare in Libia;
il PPE, quindi:
chiede a tutte le parti coinvolte, all'interno e all'esterno della Libia, di sostenere sia l'accordo politico con la Libia sottoscritto il 17 dicembre 2015 sia il Consiglio presidenziale da esso risultante, che è l'unica autorità riconosciuta dalla comunità internazionale e dall'ONU;
invita i paesi terzi coinvolti direttamente o indirettamente nel conflitto libico a riconoscere l'autorità del Consiglio presidenziale e a fare pressioni sulle parti libiche affinché cooperino con il Governo di accordo nazionale (GNA) e con le istituzioni che fanno parte dell'accordo;
chiede che tutte le parti in Libia, o eventuali terzi, interrompano il sostegno a istituzioni parallele che rivendicano di essere legittimate, ma non fanno parte dell'accordo di unità nazionale;
mantiene la convinzione che il processo politico di riconciliazione nazionale spetti al popolo libico e che sia essenziale continuare a incoraggiare la partecipazione dei diversi attori politici e locali (per esempio minoranze, donne, società civile);
ricorda alla Russia che, dal 2011, la Libia è soggetta a embargo delle armi e che qualsiasi vendita o trasferimento di armi, diretta o indiretta, a qualsiasi autorità è illegale ai sensi del diritto internazionale;
condanna quelle misure e decisioni prese dalla Russia, ivi compresa la cooperazione con il Generale Haftar, in contrasto con la comunità internazionale o l'ONU, o che minano l'accordo di unità nazionale; condanna inoltre i piani della Russia di creare basi navali militari nella Libia orientale, indebolendo ulteriormente la situazione politica, economica e di sicurezza del paese, alimentando potenziali guerre civili e maggiori flussi di rifugiati e, in ultima analisi, minando la stabilità e la sicurezza dell'intera regione;
propone l'applicazione di sanzioni economiche contro qualsiasi organizzazione o individuo esterno o libico che minacci la pace, la sicurezza e la stabilità del paese e della regione nel tentativo di compromettere il processo politico;
invoca l'UE e gli Stati membri affinché sostengano ulteriormente gli sforzi della Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNMIL) e Martin Kobler, Rappresentante speciale del Segretario Generale dell'ONU;
incoraggia l'UE e gli Stati membri affinché continuino a fornire assistenza finanziaria alle autorità libiche per migliorare la formazione e l'attrezzatura della guardia costiera libica (tramite EUNAVFOR Med Operation Sophia), per aumentare il rimpatrio volontario dei migranti ai paesi di origine e contribuire allo sforzo comune nel contrasto alla migrazione irregolare;
invoca l'UE e gli Stati membri affinché continuino a sostenere le autorità di sicurezza legittime in Libia al fine di consolidare la loro capacità di combattere efficacemente il terrorismo, controllare i confini e prevenire il traffico di migranti e la tratta di esseri umani;
invita il governo libico a migliorare la situazione dei diritti umani e implementare lo stato di diritto nel paese;
considera che l'UE e gli Stati membri non dovranno soltanto focalizzarsi sulla questione della migrazione, ma anche collaborare con il GNA su problematiche come creazione della nazione, stabilizzazione, stato di diritto, democrazia e diritti umani, impegnandosi ulteriormente con le autorità locali e la popolazione libica.
The EPP Manifesto, also adopted at the 2012 EPP Congress in Bucharest, outlines the basic principles of the Party summary.
The EPP Manifesto, also adopted at the 2012 EPP Congress in Bucharest, outlines the basic principles of the Party summarising who we are, what our values are, what challenges are we facing and what vision we have for the future. The Manifesto was developed in parallel to the EPP Platform document within the EPP Working Group 1 for “European Policy”.
The EPP Platform is the core programme of our party outlining our main values, explaining the challenges our society is facing and presenting our vision for the future of European Union.
The Party Platform was developed in EPP Working Group 1 for “European Policy” chaired by EPP President Wilfried MARTENS ?and EPP Vice President Peter HINTZE. The Working Group consists of delegates of EPP member parties who prepared and worked?on this document for more than two years and received input?from the drafting committee as well as senior and young experts. The document was adopted at the 2012 EPP Congress in Bucharest, thus replacing the Basic Programme of Athens from 1992.
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